• Piazza Santa Trinita immortalata in un’atmosfera primaverile, carica di storia, bellezza, stili e... speranza!❤️
    00
    Piazza Santa Trinita immortalata in un’atmosfera primaverile, carica di storia, bellezza, stili e... speranza!❤️
  • Amore e Psiche, arte romana, 150-200 d.C

“Bevi Psiche, dice, e sii immortale,
e mai si separi dal tuo laccio
Cupido, ma queste nozze siano
per voi eterne”
(Apuleio, Metamorfosi)
Buon San Valentino!!!
    00
    Amore e Psiche, arte romana, 150-200 d.C “Bevi Psiche, dice, e sii immortale, e mai si separi dal tuo laccio Cupido, ma queste nozze siano per voi eterne” (Apuleio, Metamorfosi) Buon San Valentino!!!
  • La Tribuna degli Uffizi (1772-1778) è un capolavoro di  Johann Zoffany, pittore tedesco ma inglese di adozione.
L’opera,  un caleidoscopio di capolavori d’arte dell’antichità e dell’arte moderna, è  emblema del Grand Tour e del fascino che l’arte italiana esercitava sui viaggiatori stranieri.
La Tribuna buontalentiana, scrigno di tesori all’interno della “Real Galleria” era infatti luogo ammirato in tutta Europa e meta privilegiata dei “tourists”.
Al suo interno Zoffany inserisce uno stuolo di gentiluomini inglesi, intenti ad osservare i dipinti, le sculture, i bronzetti che la Tribuna racchiudeva.
Il pittore rappresenta con meticolosa precisione  ventidue membri della colonia inglese a Firenze, ventiquattro dipinti allora considerati i capolavori delle Gallerie, tra cui la Venere di Urbino di Tiziano, in primo piano, sei sculture antiche ,tra cui l'acclamata Venere dei Medici, e una serie di opere ed “anticaglie”, tra cui la celebre Chimera etrusca, a testimonianza  della  varietà enciclopedica di questo piccolo museo.
    00
    La Tribuna degli Uffizi (1772-1778) è un capolavoro di Johann Zoffany, pittore tedesco ma inglese di adozione. L’opera, un caleidoscopio di capolavori d’arte dell’antichità e dell’arte moderna, è emblema del Grand Tour e del fascino che l’arte italiana esercitava sui viaggiatori stranieri. La Tribuna buontalentiana, scrigno di tesori all’interno della “Real Galleria” era infatti luogo ammirato in tutta Europa e meta privilegiata dei “tourists”. Al suo interno Zoffany inserisce uno stuolo di gentiluomini inglesi, intenti ad osservare i dipinti, le sculture, i bronzetti che la Tribuna racchiudeva. Il pittore rappresenta con meticolosa precisione ventidue membri della colonia inglese a Firenze, ventiquattro dipinti allora considerati i capolavori delle Gallerie, tra cui la Venere di Urbino di Tiziano, in primo piano, sei sculture antiche ,tra cui l'acclamata Venere dei Medici, e una serie di opere ed “anticaglie”, tra cui la celebre Chimera etrusca, a testimonianza della varietà enciclopedica di questo piccolo museo.
  • Uffizi al tempo del Covid...un luogo di consultazione, contemplazione, approfondimento, per grandi e piccini. L’occhio si nutre del silenzio e dello spazio per catturare anche i dettagli più reconditi, per gustarli, per stupirsi, per uscire con la pancia piena di buone opere ed il cuore leggero, sollevato#artechefabenealcuore# igersflorence# Uffizi# primaverabotticelli#sandrobotticelli# arteperilcuore# arteconsolatoria# lovemyjob
    00
    Uffizi al tempo del Covid...un luogo di consultazione, contemplazione, approfondimento, per grandi e piccini. L’occhio si nutre del silenzio e dello spazio per catturare anche i dettagli più reconditi, per gustarli, per stupirsi, per uscire con la pancia piena di buone opere ed il cuore leggero, sollevato#artechefabenealcuore# igersflorence# Uffizi# primaverabotticelli#sandrobotticelli# arteperilcuore# arteconsolatoria# lovemyjob
  • preziosi dettagli #galleriapalatinafirenze #arteovunque #illussodeldettaglio #@lorenzogalliphotographer #igersflorence
    00
    preziosi dettagli #galleriapalatinafirenze #arteovunque #illussodeldettaglio #@lorenzogalliphotographer #igersflorence
  • Firenze su cielo d’inchiostro#firenzesemprebella #firenzesemprediversa #piazzalemichelangelo #igersfirenze
    00
    Firenze su cielo d’inchiostro#firenzesemprebella #firenzesemprediversa #piazzalemichelangelo #igersfirenze
  • Nel 1447, Michelozzo, architetto prediletto di  casa Medici, viene incaricato di progettare un piccolo scrigno di indelebile bellezza. Collabora all’elegante architettura dalle forme classiche, Luca della Robbia, che realizza la volta a lacunari. Il sacello doveva dare dimora al miracoloso crocifisso di San Giovanni Gualberto che oggi reclina dolcemente il capo nella Chiesa di Santa Trinita, dove nel 1671 fu trasferito per volere dell’ossequioso Cosimo III. Lo sostituisce oggi una pala (1394-96), attribuita ad Agnolo Gaddi, raffigurante al centro i santi Giovanni Gualberto e San Miniato e, negli scomparti minori, storie di Cristo. L’immagine è avviluppata, come protetta dagli archi marmorei, finemente scolpiti a motivi vegetali, mentre la committenza medicea si legge sulla trabeazione, dove marmi bianchi e verdi si sposano a formare l’emblema mediceo composto da tre piume infilate in un anello d’oro con diamante ed un festone con la scritta SEMPER.
L’occhio e il cuore si perdono in geometrie perfette e colori, davanti a questa opera che emana senza dubbio un calore particolare...#cappelladelcrocifisso #sanminiatoalmonte #lagrandebellezza #arteperlanima #igersfirenze ❤️
    00
    Nel 1447, Michelozzo, architetto prediletto di casa Medici, viene incaricato di progettare un piccolo scrigno di indelebile bellezza. Collabora all’elegante architettura dalle forme classiche, Luca della Robbia, che realizza la volta a lacunari. Il sacello doveva dare dimora al miracoloso crocifisso di San Giovanni Gualberto che oggi reclina dolcemente il capo nella Chiesa di Santa Trinita, dove nel 1671 fu trasferito per volere dell’ossequioso Cosimo III. Lo sostituisce oggi una pala (1394-96), attribuita ad Agnolo Gaddi, raffigurante al centro i santi Giovanni Gualberto e San Miniato e, negli scomparti minori, storie di Cristo. L’immagine è avviluppata, come protetta dagli archi marmorei, finemente scolpiti a motivi vegetali, mentre la committenza medicea si legge sulla trabeazione, dove marmi bianchi e verdi si sposano a formare l’emblema mediceo composto da tre piume infilate in un anello d’oro con diamante ed un festone con la scritta SEMPER. L’occhio e il cuore si perdono in geometrie perfette e colori, davanti a questa opera che emana senza dubbio un calore particolare...#cappelladelcrocifisso #sanminiatoalmonte #lagrandebellezza #arteperlanima #igersfirenze ❤️
  • Firenze cambia veste di stagione in stagione; a gennaio, quando le giornate sono ancora umidicce ma iniziano ad allungarsi, il cielo la sera sfuma al rosa e la Cupola veglia fiera su quel meraviglioso tappeto di tetti rossi che sembra avvolto in un velo di cristallo... stasera mia cara Firenze eri davvero bella e poterti abbracciare da quassù mi ha regalato un momento di pura felicità ❤️#sanminiatoalmonte #domeofflorence #lovemycity #happymoments#igersflorence
    00
    Firenze cambia veste di stagione in stagione; a gennaio, quando le giornate sono ancora umidicce ma iniziano ad allungarsi, il cielo la sera sfuma al rosa e la Cupola veglia fiera su quel meraviglioso tappeto di tetti rossi che sembra avvolto in un velo di cristallo... stasera mia cara Firenze eri davvero bella e poterti abbracciare da quassù mi ha regalato un momento di pura felicità ❤️#sanminiatoalmonte #domeofflorence #lovemycity #happymoments#igersflorence
  • Il Battistero di Firenze è un luogo cristiano e insieme matematico, uno dei documenti in cui l’idea pura, platonica, ha acconsentito a toccare la pietra.
(Giorgio Manganelli)
#baptistryofflorence #romanicotoscano #bellezzaeterea #piazzasangiovannifirenze #lovemycity
    00
    Il Battistero di Firenze è un luogo cristiano e insieme matematico, uno dei documenti in cui l’idea pura, platonica, ha acconsentito a toccare la pietra. (Giorgio Manganelli) #baptistryofflorence #romanicotoscano #bellezzaeterea #piazzasangiovannifirenze #lovemycity
  • È un cinghiale ma per noi fiorentini è il “Porcellino”... il nonno di questo esemplare è un cinghiale, oggi agli Uffizi, copia di un marmo ellenistico, donato a Cosimo I da papa Pio IV durante una visita del granduca a Roma. Pietro Tacca, il più eccellente allievo del Giambologna, ne realizza una copia bronzea nel 1612, per volere di Cosimo II ma solo dal 1640 la statua, ora anche fontana,viene inserita sotto la Loggia del Mercato Nuovo: il simpatico animale, doveva approvvigionare l’acqua ai mercanti ,tra sete, panni di lana e pregiati broccati... quante ne avrà origliate il “Porcellino”! Allora la fontanella dava sul lato di Por Santa Maria, davanti alla Spezieria del Cinghiale, oggi una farmacia storica ma nel XVIII secolo  luogo di ritrovo di intellettuali. Usurato dal tempo e dalle intemperie il bronzo ha trovato dal 2004 una pensione a cinque stelle presso il Museo Bardini, lasciando spazio alla odierna copia che, mite, riceve decine e decine di carezze al giorno. Toccare il muso del Porcellino, lasciando cadere una monetina nella sottostante grata, porta fortuna... se osservate con attenzione anche quel magico mondo di piccoli animali ai piedi del gigante peloso, sembra silenziosamente partecipare a questo rito. Pianticelle, piccoli rettili, molluschi ed anfibi, un micro mondo ritratto con meticoloso realismo... una gioia per i bimbi più curiosi! #porcellinofirenze #curiositafirenze #igersflorence #lovemycity❤️
    00
    È un cinghiale ma per noi fiorentini è il “Porcellino”... il nonno di questo esemplare è un cinghiale, oggi agli Uffizi, copia di un marmo ellenistico, donato a Cosimo I da papa Pio IV durante una visita del granduca a Roma. Pietro Tacca, il più eccellente allievo del Giambologna, ne realizza una copia bronzea nel 1612, per volere di Cosimo II ma solo dal 1640 la statua, ora anche fontana,viene inserita sotto la Loggia del Mercato Nuovo: il simpatico animale, doveva approvvigionare l’acqua ai mercanti ,tra sete, panni di lana e pregiati broccati... quante ne avrà origliate il “Porcellino”! Allora la fontanella dava sul lato di Por Santa Maria, davanti alla Spezieria del Cinghiale, oggi una farmacia storica ma nel XVIII secolo luogo di ritrovo di intellettuali. Usurato dal tempo e dalle intemperie il bronzo ha trovato dal 2004 una pensione a cinque stelle presso il Museo Bardini, lasciando spazio alla odierna copia che, mite, riceve decine e decine di carezze al giorno. Toccare il muso del Porcellino, lasciando cadere una monetina nella sottostante grata, porta fortuna... se osservate con attenzione anche quel magico mondo di piccoli animali ai piedi del gigante peloso, sembra silenziosamente partecipare a questo rito. Pianticelle, piccoli rettili, molluschi ed anfibi, un micro mondo ritratto con meticoloso realismo... una gioia per i bimbi più curiosi! #porcellinofirenze #curiositafirenze #igersflorence #lovemycity❤️
  • Il fascino e l’emozione della cupola vista dal Campanile di Giotto # the emotion every time you wonder at the Dome from inside Giotto’s bell tower  #igersflorence #amazingviews #walktothetop #duomodifirenze #thedomeofflorencecathedral #terracottafromimpruneta #giottosbelltower #indeliblebeauty #lovemycity #youllshineagain ❤️
    00
    Il fascino e l’emozione della cupola vista dal Campanile di Giotto # the emotion every time you wonder at the Dome from inside Giotto’s bell tower #igersflorence #amazingviews #walktothetop #duomodifirenze #thedomeofflorencecathedral #terracottafromimpruneta #giottosbelltower #indeliblebeauty #lovemycity #youllshineagain ❤️
  • “Entro dei ponti tuoi multicolori
L’Arno presago quietamente arena
E in riflessi tranquilli frange appena
Archi severi tra sfiorir di fiori”
-Dino Campana
pontevecchio#bottegheorafe #pontidifirenze #igersflorence #arnoriver #fiorenzamia
    00
    “Entro dei ponti tuoi multicolori L’Arno presago quietamente arena E in riflessi tranquilli frange appena Archi severi tra sfiorir di fiori” -Dino Campana pontevecchio#bottegheorafe #pontidifirenze #igersflorence #arnoriver #fiorenzamia
  • Vista del Corridoio della Ninna attraverso la Loggia dei Lanzi: tra mitologia e teatralità: il ratto di Polissena di Pio Fedi. 
View of the Ninna Corridor through the Loggia dei Lanzi: the rape of Polissena by Pio Fedi. Mythology and pathos.
Si tratta della scultura più “giovane” della Loggia, in Piazza della Signoria. Fu scolpita tra il 1855 e il 1865, frutto di sudati studi e disegni dell’artista. In quegli anni Firenze, prima sede del Granducato di Toscana, diventava capitale del Regno d’Italia: mentre Piazza Santa Croce sfoderava la scultura del sommo poeta Dante Alighieri per festeggiare i 600 anni dalla sua nascita, lo scultore Pio Fedi, nel suo studio di Via dei Serragli, svelava al pubblico, fiero, il colosso di marmo, impressionante per teatralità e complessità. L’opera, tra le più significative della scultura ottocentesca italiana rappresenta il rapimento di Polissena: con violenza Pirro, dopo aver ucciso il fratello della fanciulla, Polidoro, si prepara a sferrare con la spada il colpo che ucciderà anche la madre della ragazza, Ecuba, nell’atto di trattenere il carnefice.  Firenze#loggiadeilanzi #museoacieloaperto #bellezzesvelate #igersflorence #firenzeconarianna❤️
    00
    Vista del Corridoio della Ninna attraverso la Loggia dei Lanzi: tra mitologia e teatralità: il ratto di Polissena di Pio Fedi. View of the Ninna Corridor through the Loggia dei Lanzi: the rape of Polissena by Pio Fedi. Mythology and pathos. Si tratta della scultura più “giovane” della Loggia, in Piazza della Signoria. Fu scolpita tra il 1855 e il 1865, frutto di sudati studi e disegni dell’artista. In quegli anni Firenze, prima sede del Granducato di Toscana, diventava capitale del Regno d’Italia: mentre Piazza Santa Croce sfoderava la scultura del sommo poeta Dante Alighieri per festeggiare i 600 anni dalla sua nascita, lo scultore Pio Fedi, nel suo studio di Via dei Serragli, svelava al pubblico, fiero, il colosso di marmo, impressionante per teatralità e complessità. L’opera, tra le più significative della scultura ottocentesca italiana rappresenta il rapimento di Polissena: con violenza Pirro, dopo aver ucciso il fratello della fanciulla, Polidoro, si prepara a sferrare con la spada il colpo che ucciderà anche la madre della ragazza, Ecuba, nell’atto di trattenere il carnefice. Firenze#loggiadeilanzi #museoacieloaperto #bellezzesvelate #igersflorence #firenzeconarianna❤️
  • L’Epifania tutte le feste porta via! Vediamo come questa festività si declina in immagini, attraverso alcuni dei miei capolavori preferiti nelle gallerie e musei di Firenze…part 2

Epiphany all parties takes away! Let's see how the Adoration of the Magi is declined in images, through some of my favorite masterpieces in some of the galleries and museums of Florence…. 

Colpiscono per i colori vividi e sgargianti i dipinti di Domenico Ghirlandaio ( Adorazione Tornabuoni 1487 e Pala Innocenti 1485-1488) dove l’occhio si perde nei minuziosi dettagli e nel preziosismo dei gioielli che sembrano brillare come veri.
Celebrativa del casato mediceo è l’Adorazione dei Magi di Filippino Lippi (1496), non esente da richiami leonardeschi e da un amore per il dettaglio, tipico della pittura fiamminga, influente sul pennello del pittore.
La stessa meticolosità, figlia di studi dal vero, si assapora nella profusione di vesti ricamate, pellicce, piume, sfoggiate nell’opera di Albrecht Dürer (1504); la mano dell’incisore si riconosce anche nel trattare minuziosamente dettagli come pianticelle e piccoli insetti, emblematici della salvezza dell’uomo attraverso il sacrificio di Cristo.
Ben più convulsa, l’atmosfera del corteo di Pontormo che si snoda tra ampi e curvilinei panneggi e sontuose vesti che affogano quasi i volti di alcuni personaggi a tratti deformati fisicamente, opera in parte segnata dalla circolazione, anche a Firenze, di incisioni di artisti nordici ( come Dürer).
    00
    L’Epifania tutte le feste porta via! Vediamo come questa festività si declina in immagini, attraverso alcuni dei miei capolavori preferiti nelle gallerie e musei di Firenze…part 2 Epiphany all parties takes away! Let's see how the Adoration of the Magi is declined in images, through some of my favorite masterpieces in some of the galleries and museums of Florence…. Colpiscono per i colori vividi e sgargianti i dipinti di Domenico Ghirlandaio ( Adorazione Tornabuoni 1487 e Pala Innocenti 1485-1488) dove l’occhio si perde nei minuziosi dettagli e nel preziosismo dei gioielli che sembrano brillare come veri. Celebrativa del casato mediceo è l’Adorazione dei Magi di Filippino Lippi (1496), non esente da richiami leonardeschi e da un amore per il dettaglio, tipico della pittura fiamminga, influente sul pennello del pittore. La stessa meticolosità, figlia di studi dal vero, si assapora nella profusione di vesti ricamate, pellicce, piume, sfoggiate nell’opera di Albrecht Dürer (1504); la mano dell’incisore si riconosce anche nel trattare minuziosamente dettagli come pianticelle e piccoli insetti, emblematici della salvezza dell’uomo attraverso il sacrificio di Cristo. Ben più convulsa, l’atmosfera del corteo di Pontormo che si snoda tra ampi e curvilinei panneggi e sontuose vesti che affogano quasi i volti di alcuni personaggi a tratti deformati fisicamente, opera in parte segnata dalla circolazione, anche a Firenze, di incisioni di artisti nordici ( come Dürer).
  • L’Epifania tutte le feste porta via! Vediamo come questa festività si declina in immagini, attraverso alcuni dei miei capolavori preferiti nelle gallerie e musei di Firenze…
Il tema dell’adorazione dei magi è molto presente nell’arte fiorentina del XV sec., perché permetteva di rappresentare episodi e personaggi che celebravano il fasto dei committenti di fronte al Bambino.
Così, Gentile da Fabriano, rappresenta nella celeberrima Adorazione dei Magi agli Uffizi (1423) Palla Strozzi ed il figlio primogenito Lorenzo, ornati dei più sontuosi broccati e circondati da servitori e dai più straordinari animali esotici (un leopardo, un dromedario, due scimmie..) Il fasto e la regalità sono ben rappresentati nel corteo guidato da Lorenzo il Magnifico, nel famoso ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli, all’interno del Palazzo Medici Riccardi (1459). L’Adorazione dei Magi (1463-64) è forse anche l’opera più vivace e variopinta di Andrea Mantegna, in un corteo che unisce personaggi dai bizzarri turbanti e cappelli alla bizantina ad animali esotici. L’Adorazione dei Magi (1475) diventa invece un “selfie” di famiglia ante-litteram, nel dipinto di Botticelli agli Uffizi, dove tra gli astanti il Bambino, vengono rappresentati, con intento celebrativo, Lorenzo il Magnifico, il fratello Giuliano, il padre Piero il Gottoso ed il nonno Cosimo il Vecchio, in adorazione….. e lo stesso pittore Sandro Filipepi!
Leonardo da Vinci (1481-82) rivoluziona il tema tradizionale , centrando l’episodio nel momento in cui Cristo bambino , nell’atto di benedire, rivela la sua natura  divina di Salvatore, suscitando nei partecipanti alla scena le più varie reazioni emotive e gesti.
    00
    L’Epifania tutte le feste porta via! Vediamo come questa festività si declina in immagini, attraverso alcuni dei miei capolavori preferiti nelle gallerie e musei di Firenze… Il tema dell’adorazione dei magi è molto presente nell’arte fiorentina del XV sec., perché permetteva di rappresentare episodi e personaggi che celebravano il fasto dei committenti di fronte al Bambino. Così, Gentile da Fabriano, rappresenta nella celeberrima Adorazione dei Magi agli Uffizi (1423) Palla Strozzi ed il figlio primogenito Lorenzo, ornati dei più sontuosi broccati e circondati da servitori e dai più straordinari animali esotici (un leopardo, un dromedario, due scimmie..) Il fasto e la regalità sono ben rappresentati nel corteo guidato da Lorenzo il Magnifico, nel famoso ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli, all’interno del Palazzo Medici Riccardi (1459). L’Adorazione dei Magi (1463-64) è forse anche l’opera più vivace e variopinta di Andrea Mantegna, in un corteo che unisce personaggi dai bizzarri turbanti e cappelli alla bizantina ad animali esotici. L’Adorazione dei Magi (1475) diventa invece un “selfie” di famiglia ante-litteram, nel dipinto di Botticelli agli Uffizi, dove tra gli astanti il Bambino, vengono rappresentati, con intento celebrativo, Lorenzo il Magnifico, il fratello Giuliano, il padre Piero il Gottoso ed il nonno Cosimo il Vecchio, in adorazione….. e lo stesso pittore Sandro Filipepi! Leonardo da Vinci (1481-82) rivoluziona il tema tradizionale , centrando l’episodio nel momento in cui Cristo bambino , nell’atto di benedire, rivela la sua natura divina di Salvatore, suscitando nei partecipanti alla scena le più varie reazioni emotive e gesti.
  • "Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e' cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e' popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibile potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto?"
(Leon Battista Alberti, De Pictura, Prologo) 

"Whoever would not praise Filippo, the architect, seeing a structure so large, so high above the skies, large enough to cover all Tuscan peoples with its shadow?
(Leon Battista Alberti, De Pictura, Prologue)
    00
    "Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e' cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e' popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibile potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto?" (Leon Battista Alberti, De Pictura, Prologo) "Whoever would not praise Filippo, the architect, seeing a structure so large, so high above the skies, large enough to cover all Tuscan peoples with its shadow? (Leon Battista Alberti, De Pictura, Prologue)